Analisi e proposta politica di Ross@ sull’Europa e l’Euro
Le vicende greche hanno evidenziato la natura della costruzione neoliberale dell’Unione Europea e quindi del suo progetto politico ed economico. E’ manifestatamente emerso come tentare di mettere in discussione i diktat, le politiche sociali ed economiche da essa imposte, sia assolutamente impossibile all’interno della compatibilità dei trattati, cioè all’interno della costruzione dell’Unione europea stessa. D’altra parte i risultati delle ultime elezioni greche sembrano indicare, anche di fronte ad un livello estremo di aggressività di marca neocoloniale e di mutazione genetica dell’approccio riformista, la difficoltà di rendere credibile una prospettiva di rottura “da sinistra” della UE, in mancanza di una consapevolezza, diffusa e sedimentata nel tempo, dei caratteri del suo progetto politico complessivo. La governance europea sta, infine, rispondendo alla crisi della moneta unica con un’intensificazione del suo intreccio con i diversi sistemi nazionali, come mostrato, ad esempio, dal piano 2015 – 2025, Completare l’Unione monetaria ed economica dell’Europa (firmato dai cinque presidenti delle istituzioni cardine della UE) e dall’ipotesi di creare in ogni Stato membro uno specifico «organismo nazionale incaricato di monitorare i risultati e le politiche in materia di competitività».
Le stesse dichiarazioni del presidente portoghese Anibal Cavaco Silva rilasciate mentre si rifiutava di conferire l’incarico di governo alla coalizione di sinistra, rappresentano esplicitamente e senza mezze parole l’impossibilità di mettere in discussione la costruzione neoliberale dell’UE. Si legga cosa ha dichiarato:
“In 40 anni di democrazia, nessun governo in Portogallo è mai dipeso dall’appoggio di forze politiche antieuropeiste, […] di forze politiche che chiedono di abrogare il Trattato di Lisbona, il Fiscal Compact, il Patto di crescita e di stabilità, lo smantellamento dell’unione monetaria e di portare il Portogallo fuori dall’Euro, oltre alla fuoriuscita dalla Nato. […] Dopo aver affrontato il programma di assistenza finanziaria, con pesanti sacrifici, è mio dovere, e rientra nei miei poteri costituzionali, fare tutto ciò che è possibile per prevenire l’invio di falsi segnali alle istituzioni finanziarie, agli investitori e ai mercati”.
Ross@, nel convegno di sabato 14 marzo 2015 tenutosi a Parma, ha presentato la sua analisi e proposta politica: “Sull’Europa e l’Euro”.
Eravamo convinti e lo siamo ancora e a maggior ragione dopo le vicende greche, le dichiarazioni del presidente portoghese e ciò che sta avvenendo in Italia tramite il governo Renzi, che dibattere di questi temi non sia un atto di “politica culturale”, ma sia un atto di per sé politico, per iniziare a pensare a nuove forme di aggregazione per una lotta politica anticapitalista italiana a partire dai contenuti di fondo, piuttosto che dalle esigenze di sopravvivenza, equilibrio o ricomposizione tra le singole forze.
L’appuntamento e il “libretto Oltre l’Europa neoliberale” hanno trovato fondamento, sin dalla loro ideazione, nelle parole d’ordine “Rottura e Unità”. Rottura con l’Unione Europea e la sua governance e unità di tutti quei singoli e forze che si identificano nella dimensione della rottura. Il concetto emerso in modo forte e chiaro dalla giornata, a partire dalla piattaforma proposta da Ross@ stessa, nonché dalle posizioni – pur differenti e declinate in modi diversi – dei relatori e dagli interventi del pubblico, è stato:
l’Unione Europea non è riformabile, quindi rottura.
Rottura con l’UE se vogliamo avere un futuro che non sia fatto di sfruttamento, precarietà del lavoro e delle vite, singolarità in competizione costante, differenza tra paesi “core” e “periferie” e guerre imperialistiche.
L’irriformabilità in senso democratico dell’Unione Europea va letta, dunque, a partire dalle sue caratteristiche costituenti, dalla sua storia ed attualità. L’analisi e la proposta di Ross@, evidenzia appunto, come tale costrutto non sia considerabile come una semplice integrazione economica alla quale mancherebbe ancora qualcosa – democrazia, costituzione, stato, popolo, ecc. – ma come un progetto anche e soprattutto politico, di lungo periodo, nato a valle della seconda guerra mondiale. Un progetto politico che trova fondamento nell’Ordoliberalismo e nel Funzionalismo. Ad emergere non è né un super stato né una federazione, ma piuttosto una super-struttura parastatale, contenente il “con”, il “fra” e l’“oltre” gli stati. Una struttura che tiene insieme residuali pezzi di classica forma stato (“con”), facendoli interagire (“fra”), ma che, allo stesso tempo è capace di creare un nuovo ordine integrato al mercato (“oltre”). Una “governance multilivello” che si ripartisce su tre piani – locale, nazionale ed internazionale – e che in Italia è incarnata dal sistema del Partito Democratico. Questa costruzione trova nei trattati il suo fondamento giuridico ed esecutivo, di cui l’Euro, strumento politico della “governance” dell’Unione, è parte integrante e non disgiungibile. Mettere in discussione i trattati e l’Euro come campo strategico e indicare la rottura con essi come leva contingente, senza condizionare questa presa di posizione politica nessuno scenario aprioristicamente costituito, è quindi essenziale per mettere in discussione l’orizzonte dell’Europa neoliberale e iniziare a guardare oltre esso.
Organizza: Ross@