Presentazione del fumetto La Rabbia di Salvatore Vivenzio (storia) e Gabriele Falzone (disegni)
“La rabbia è un sentimento forte, caldo, impetuoso, importante. La rabbia scorre senza freni, ci percorre le vene, ci rende travolgenti. La rabbia può essere incanalata, può essere gestita, può essere usata in modo giusto, può diventare energia. Così Cesare raccoglie tutta la rabbia degli anni passati, tutti i pugni presi, tutte le sconfitte e decide, per una volta, di vincere.”
Cesare Salgari abita a Quindici, un piccolo paesino in provincia di Avellino da sempre territorio di una delle più sanguinose faide camorristiche d’Italia. La sua vita drammatica si intreccia con gli eventi di cronaca che ne condizionano la crescita, eppure Cesare si accontenta: si accontenta di sua madre, delle sue sorelle, del suo amico Fabrizio, della ragazzina per cui si è preso una cotta. La rivincita, l’opportunità di riscatto, arriva con la boxe. Teodoro, proprietario di una palestra nel paesino, vede Cesare combattere in strada e capisce che il ragazzo ha talento. Iniziano gli allenamenti, la preparazione, poi i primi incontri e Cesare è bravo ma ha la testa calda. A causa della sua disobbedienza Teodoro decide di impedire a Cesare di salire sul ring fino a quando non avrà imparato ad ascoltarlo. Però la rabbia è la rabbia e non puoi placarla, non puoi soffocarla, ha bisogno di uscire, così Cesare inizia a partecipare a degli incontri di boxe clandestini. Dopo aver vinto un paio di incontri ecco che arriva la grande occasione: un torneo! Qualcuno però vorrebbe che Cesare avesse un mentore, vorrebbe fargli da manager, anzi, da padrino. Si tratta di On Totore, un signore rispettato e ammirato che ha buoni rapporti con tutti, compresa la famiglia di Cesare. La rabbia però, dicevamo, non ha padroni e non accetta compromessi. Cesare vuole vincere davvero, vuole vincere da solo.