La fabbrica della street art. L’esperienza del Castello di Zak
Ne parliamo con l’autore Giovanni Candida e con Zak
Perché il Castello di Zak non deve chiudere? Perché questo è un posto che ispira tantissimi come me. Ghali
Una fabbrica abbandonata nella periferia di Cormano, hinterland milanese, si trasforma nel giro di qualche anno in un museo di street art aperto a tutti e conosciuto a livello globale. L’artefice di tutto questo è Zak, un “senza casa” proveniente da Tunisi che, grazie al suo impegno, è riuscito riconvertire uno spazio ormai caduto in disgrazia in un punto di riferimento per artisti e cittadini. Spazio espositivo, sala concerti, scenografia per video musicali (tra cui Habibi di Ghali), set per film e servizi fotografici, luogo di socializzazione per bambini e ragazzi autistici. Attraverso una ricchissima galleria fotografica, Giovanni Candida ci accompagna tra i corridoi del Castello di Zak, il tempi della street art. Con testimonianze di: Moni Ovadia, Ghali, Claudia Zanella (Radio Popolare), Tatiana Cocca (ex sindaco di Cormano)
Giovanni Candida, fotografo di Street Art dal 2006. È membro del gruppo fotografico PhotoMilano, che si pone l’obiettivo di raccontare la metropoli per immagini. La sua pagina Facebook Walls of Milano è punto di riferimento della scena cittadina.